VOLANTINO FLC-CGIL di udine / 29 settembre 2010


(alcune regole da tener presenti per attuare una riforma all interno della scuola)

 

Partecipazione agli scrutini degli allievi sospesi dal giudizio (scuola secondaria di secondo grado): i precari che vengono licenziati il 30 giugno possono (e devono) rifiutarsi di accettare il lavoro a chiamata che viene offerto loro fra fine agosto e inizio settembre, a meno di un prolungamento del loro contratto che copra i mesi di luglio e di agosto. SE LA SCUOLA HA BISOGNO DI INSEGNANTI LI ASSUMA CON CONTRATTI NON PRECARI O COMUNQUE NON RIDOTTI. Questa decisione va comunicata alle famiglie a giugno, in modo che sappiano che i loro figli/le loro figli non verranno scrutinati dai loro insegnanti.


Gli insegnanti di ruolo devono rifiutare di "prendere" gli spezzoni che i Dirigenti mettono loro a disposizione fra agosto e settembre. Si tratta di lavoro "straordinario" sottratto per l'intero anno scolastico ai colleghi precari. Chi dà la disponibilità a coprire ore eccedenti l'orario di cattedra dimostra al Ministro (Gelmini, Tremonti, Brunetta) che ha ragione ad accusare gli insegnanti per il fatto che le 18 ore di lavoro sono poche. IL LAVORO A COTTIMO DEV'ESSERE RIFIUTATO NON E' QUESTO IL MODO DI AUMENTARE IL PROPRIO STIPENDIO!


I precari devono cominciare a rifiutare di svolgere tutte le mansioni che non sono imposte dal contratto: niente visite d'istruzione, niente visite guidate, niente attività aggiuntive. La retribuzione è misera e non si può essere a disposizione per ore di lavoro che non siano definite chiaramente dal contratto. Per le attività aggiuntive, poi, sempre più spesso LA RETRIBUZIONE CONTRATTATA A LIVELLO DI SCUOLA TARDA ANCHE ANNI!
Nelle scuole è necessario accordarsi per fare solo ciò che sia strettamente indispensabile.
Una riflessione va fatta con i colleghi non precari.


Gli insegnanti con orario di cattedra pieno devono rifiutare le cosiddette supplenze tappabuchi che vengono richieste per sostituire i colleghi in malattia per più giorni. Non si può continuare ad utilizzare il lavoro extra dei docenti per occultare la carenza di risorse che attanaglia le scuole. Vanno chiamati i precari. Se mancano le risorse i Dirigenti trovino il modo di farsi sentire presso il Ministero!


Gli insegnanti devono rifiutare di insegnare in classi "pollaio", luoghi di custodia per alunni che vengono smistati nelle varie classi per garantire la "sorveglianza" quando il collega e assente. La didattica "d'emergenza" e solo di emergenza!
L'insegnante di un'altra classe crolla in aula, ha un malore, viene portato via in ambulanza, chiamato d'urgenza a casa? Solo in questo caso si pratica la didattica "d'emergenza".


Tutte le decisioni che prenderemo non andranno semplicemente messe in pratica: andranno rivendicate nei collegi docenti e nei consigli di classe, soprattutto in quelli aperti ai genitori. La nostra non collaborazione andrà resa pubblica, in modo che le famiglie possano rendersi conto dei meccanismi sui quali si regge l'intero sistema.
Prendere decisioni collegiali significa anche non lasciare nessuno da solo.
Per vincere " il mostro " c'è bisogno di solidarietà.